Pino Scotto – The Exploders Duo live @ Black House Blues (AV)
Prima di tutto vorrei spendere due parole per l'opening band, The Exploders Duo, un giovane duo dalla provincia di Avellino che per ora ha all'attivo solo un EP che la band, una delle tre vincitrici del concorso #Standforsomething, ha prodotto con Rolling Stones Italia. Sebbene siano, come dice il nome, solo due, picchiano duro, fanno casino, sono grezzi ma non troppo, e ricordano da vicino una delle band a cui si ispirano: i Bud Spencer Blues Explosion. Insomma, due ragazzi da tenere d'occhio.
Pino Scotto non ha bisogno di presentazioni: già militante dei Vanadium e conduttore di Database su Rock TV, la sua figura si erge come un chiassoso, irriverente e decisamente insolente pilastro del rock italiano. Fa il suo ingresso tra gli applausi di "una bolgia di persone perbene tramutatesi in emissari del diavolo" (cit.). E' giù di voce per il concerto di ieri a Roma ma non per questo meno motivato, e con una buona sorsata di Jack Daniel's per schiarirsi la voce la band attacca con "La resa dei conti (Kiss my ass)", una sorta di dichiarazione di intenti che dà inizio a due ore di sano rock'n roll, intervallato dagli immancabili sermoni conditi dall'ottimo e consueto vocabolario di parolacce e imprecazioni indirizzate a politici, cantanti, e al sistema in generale. Non ci sono dubbi, sarà invecchiato, forse un po' ingrassato, ma è lui.
Dedicando "Meno male che adesso non c'è Nerone" e "La signora del Voodoo" rispettivamente a Mister B. e alla compare Ruby, Pino non manca di ricordarci lo schifo della politica italiana, togliendo spesso le parole di bocca a Beppe Grillo, per il quale ha suonato in non so bene quale occasione. Questa nuova tendenza pentastellata mi turba un po', lo devo ammettere, ma del resto è vero che il modo di fare e le idee di Pino sono assolutamente in linea con quello del buon Beppe, e quindi questo connubio risulta assolutamente comprensibile, benché non meno deludente.
Ma in fondo non siamo qui per parlare di politica, ma di rock'n roll, e quello c'è eccome. Il concerto prosegue tra canzoni tratte dai vecchi album e pezzi del suo nuovo lavoro, "Vuoti di Memoria", un album di cover di autori degli anni 60 quali Luigi Tenco, Ivan Graziani, Franco Battiato, nonchè Elvis Presley, Motörhead e Muddy Waters, e che si avvale della collaborazione di molti altri artisti del panorama musicale italiano e internazionale come Blaze Bayley (ex Iron Maiden), Nathaniel Peterson (già bassista di Eric Clapton, John Lee Hooker ecc).
Il volume del Jack Daniel's dentro la bottiglia diminuisce allo stesso ritmo con cui sale l'esaltazione della folla.
Per Pino è il momento di spendere alcune parole sulla musica attuale, sulla quale, come da copione, ha opinioni decisamente pessime che includono non solo la completa mancanza di nuove idee, i nuovi talent show e l'immancabile Sanremo, ma anche qualche parola non proprio simpatica su Vasco e Ligabue, con i quali suole prendersela anche nel suo show accusandoli di "avere il culo pieni di soldi" e di fare i sinistroidi solo per convenienza. E' il momento riscrivere la storia della musica da zero, dice Pino, e di farlo ripartendo dal blues, cuore pulsante di tutto il rock, e tre, due, uno... parte Still Got the Blues, cover del pezzo di Gary Moore.
Il pubblico salta, si diverte, urla e canta le sue canzoni, lo accompagna nei cori e lo asseconda nei suoi turpiloqui. Merda e palle sono il suo marchio di fabbrica e le parole d'ordine della serata insieme a ROCK'N ROLL!
Tra un pezzo e l'altro, Pino coglie l'occasione per ricordare il progetto Rainbow Belize, a cui collabora dal 2011, che mira a cambiare il futuro di 5,500 orfani del Belize. "I bambini non si toccano!" urla nel microfono. E ha ragione cazzo.
La bottiglia di Jack Daniel's è ormai vuota, e il concerto si chiude con un'improvvisazione di "Rock 'n Roll" dei Led Zeppelin, che chiude una serata veramente esplosiva.
A prescindere dalle idee politiche e dal personaggio, uno che o lo ami o lo odi, è indubbio che Pino Scotto sia ancora una colonna importante del panorama rock italiano, un idolo a suo modo considerando il tornado che il suo personaggio crea intorno a sé, e che i suoi concerti possano regalare un paio d'ore di assoluto divertimento.