Canzone del giorno: Anthrax - Safe Home
L'ho aspettato e lui è venuto. Non ci speravo in realtà. E' venuto con la sua piccola, ovviamente. Avrei voluto piangere e urlare. Ma non l'ho fatto. Anche adesso vorrei piangere. Ma non lo farò. Lo guardavo abbracciare la sua piccola. Mi sentivo una cogliona. I nostri sguardi si saranno incrociati un paio di volte al massimo... e un uccellino di carta è stato il mio unico pretesto per fargli capire che ero lì... con il cuore intendo. Dentro di me c'era un silenzio che nessuna musica avrebbe mai potuto riempire. I miei occhi vagavano in giro alla ricerca di un appiglio, un granello di polvere qualsiasi per distogliere lo sguardo dal resto. Niente. Le mie mani si contraevano nel vano tentativo di serrarsi in un pugno, fino quasi a spaccare il bicchiere che stavo tenedo in mano, pieno di alcool e della speranza che l'alcool mi annebbiasse presto la mente. Sono tornata a casa con il solito sorriso stampato, falso come i miei calzini marchiati ABIBAS.
Cerco di stare su col morale ma non mi risulta troppo semplice, che se per lo meno riuscissi a capire quello che voglio sarebbe già qualcosa.