Trying to cry [again]
Capelli biondi, dicevo. Un caschetto. Le ballava davanti. Sempre più vicini. Le ha passato una mano sul corpo.. una carezza. Sempre più vicini. Corpo vicino a corpo. Labbra vicine a labbra. E poi l'ha baciata. L'ha baciata forte. Un bacio durato millenni. Con foga. Possessione.
Poi sono usciti. Lui le ha detto di me, credo. Lei, ovviamente, se n'è andata.
Ho un'immagine così lucida nella testa.. nonostante l'alcool e la rabbia.. così lucida che potessi stamparla credo sarebbe nitidissima. E vorrei farlo. Per farmi ancora più male. Per non dover ogni volta fare la fatica di chiudere gli occhi per vederla.
Masochismo? Può darsi. E' una tendenza che ho sempre avuto.
Trying to cry
Non me ne frega un cazzo se a leggere è la persona sbagliata, o qualcuno che mi conosce. Io sono così, e d'ora in poi lo sarò anche qui.
In questo momento avrei voglia di spaccare ogni cosa che mi capita sottomano, poi di accasciarmi in un angolo, e piangere.
Stamattina, ore 6:08, mentre tornavamo a casa con la macchina, nul notes del cellulare ho scritto questo...
"Non mi toglierò mai dalla testa l'immagine di *lui* che si bacia con un'altra. Non me la voglio togliere. Ok, l'ho provocato io, ma non gli ho chiesto questo. Ponsacco, Dresscode. Bionda, maglietta nera con i teschietti. Non voglio dimenticarmi niente. Mi piace farmi del male. L'ha accarezzata, l'ha baciata. L'ha baciata forte, cazzo. Ed io ero lì. Carezze, una mano sul collo, un bacio profondo, non riesco a vedere altro. Un bacio durato millenni".
Adesso, ore 14:05, continuo a pensarci, a mantenere lucida quall'immagine nella mente. Non so perchè sono fatta così, ma la sensazione che mi fa è la stessa di quando mi tagliavo con le lamette. E vorrei scrivere tutto, qui, adesso. Ma ho paura di non farcela.
Lots of things
Non succedono grandi cose interessanti da scrivere, ma a volte ne sento il bisogno.
Il *suo* uomore va molto ad alti e bassi. Il mio cerca di tenere una linea d'onda un attimino più morbida...
La casa è un delirio, sembra che sia appena passata un'orda di barbari arrabbiati, a francamente me ne frego.
Mi sono rimessa a lavorare col Fimo e voglio cercare di riunire un pò tutti i siti e i blog che ho sparpagliati per il web nel mio sito. Ho iniziato a fare una linea di personaggi con Photoshop e a vendere delle magliette con questi personaggi stampati sopra. Spero così di riuscire a guadagnarmi almeno una parte dei soldi che mi servono per comprare il copyright e cominciare a fare qualcosa di serio
Tra un pò inizierò a studiare per l'univesità, e di lavorare per ora neanche l'ombra... comunque direi che mi tengo impegnata, ecco.
Dal portiere al preside: storia di un’universitaria fuori sede
L'Italia ha, rispetto al resto d'Europa, un numero di laureati che rasenta il ridicolo.
Fatta questa premessa, io ho frequentato per tre anni un corso post-diploma o para-laurea (chiamatelo come volete) a Firenze. Un corso che alla fine mi ha rilasciato un meraviglioso diploma professionale con cui, in teoria, posso accenderci il fuoco. Il realtà è un diploma ottimo per il lavoro che voglio fare, ma inutile dal punti di vista legale.
Dopo qualche mese di riflessione, e spinta da consigli di vari amici che mi hanno detto che forse all'università mi avrebbero riconosciuto alcuni esami, sono andata ad informarmi.
Un docente dell'università di Arezzo, che tanto per chiarirci è semplicemente una sede distaccata di Siena, dopo appena due giorni dalla mia richiesta mi ha risposto che mi sarebbero stati riconosciuti 120 crediti, ovvero mi sarei potuta iscrivere direttamente al terzo anno.
Sono andata quindi al colloquio di orientamento della Facoltà di lettere e filosofia di Siena, dove prontamente ho presentato al professore il mio diploma e tutto l'elenco degli esami sostenuti. Dopo essersi consultato con una sua collega mi ha spedito in segreteria dalla quale, ovviamente, mi hanno rimandato da lui. Lui mi ha risposto che dovevo scrivere una richiesta al collegio didattico perchè io ero "un caso mai successo prima" e non sapeva cosa fare. Me ne sono andata.
Il giorno dopo ci sono tornata, sono andata in segreteria, dove mi hanno mandato dal portiere, che mi ha mandato da un professore, che mi ha detto di tornare in segreteria, dove mi hanno mandato in un'altra segreteria senza nemmeno sapermi spiegare dove fosse.
In quest'altra segreteria ho trovato una ragazza molto cortese che ha telefonato alla professoressa con cui avevo parlato il giorno prima, la quale le ha risposto che loro non sapevano come fare, e di dirmi che non mi riconoscevano nessun esame.
Mi dico... da
Comunque sia la professoressa suddetta chiede alla segretaria la mia e-mail per comunicarmi eventuali riconoscimenti. L'e-mail che ho ricevuto dopo solo mezza giornata è stata testualmente la presente:
"Gentile xxx,
ho sentito via e-mail i miei colleghi che concordano nell'opinione che non si possono riconoscere i crediti da te acquisiti con quel diploma.
Mi spiace.
Cordiali
saluti
Axxxxxxxxx Gxxxxx"
Sono andata dal preside. Anzi, in realtà ho irrotto nell'ufficio del preside. Lui mi ha dato udienza. Gli ho spiegato tutto per filo e per segno, sottolineandogli che ad Arezzo mi avevano risposto in 2 giorni 2 dicendomi dei 120 crediti. Gli ho lasciato le fotocopie di tutta la documentazione e lui ma ha promesso che mercoledì mi avrebbe fatto sapere tutto, e che comunque se a Arezzo avevano detto così anche per Siena sarebbe stata la stessa cosa. Io mercoledì gli ho telefonato, e dopo avermi riattaccato 2 volte è stato irrintracciabile per tutto il giorno. Giovedì mi ha chiamato, gli ho ricordato chi ero e cosa volevo (1 fiornino) e lui mi ha risposto che lui non sapeva niente, e che era il professor tiziocaio l'incaricato di informarmi delle loro decisioni. Ovviamente il signor tiziocaio è introvabile, e nessuno, dico nessuno è stato capace di dirmi niente.
La conclusione di questa lunga storia è che io sono andata ad Arezzo e mi sono iscritta là, al terzo anno, e senza tante storie. Una studentessa della prestigiosa università di Siena costretta al fuorisede per la cazzaggine dell'intero sistema.
--The End--