..la nostalgia a volte fa bene... è una specie di palestra per il cuore...

 ...come ci si sente da dottoressa? Boh... direi esattamente uguale. Probabilmente ancora non ho realizzato che è tutto finito, e che finalmente da domani potrò concentrarmi sul laboratorio, che inauguro venerdì, e sul lavoro. 

Il voto non è dei migliori, 95... ma partivo da una media non proprio eccelsa e avevo il problema che con gli esami parificati dall'altra università, risultavo comunque fuori corso. In ogni caso mi hanno dato il massimo, 5 punti. E direi che me li sono guadagnati. Mi sento felice perchè la commissione si è dimostrata molto attenta alla mia tesi... Insomma, non ho visto brutte facce annoiate e menti sorretti da mani onde non sbattere fragorosamente sulla cattedra. Anzi, quando alla fine mi hanno fermato, la predisentessa di commissione ha detto che era un peccato perchè l'argomento era interessante. Gli sforzi di sei mesi conclusi nella bellezza di 17 minuti... 

Adesso mi sento come se avessi corso la maratona di New York, ma con un peso di meno nello stomaco.

Domani alle 9.30 discuto la tesi. No no, non son nervosa. Peggio. E' che sono emotiva, non è colpa mia... Non è tanto la discussione in sè che mi invvervosisce... è tutto il parentame. All'altra discussione ero riuscita a evitarlo... a quato giro invece mi tocca.

L'ultima volta che ho visto mio  padre e mia madre nella stessa stanza, credo sia stato il giorno della mia prima comunione... 

Anyway, vada come vada, sarà un successo...

La gente è stronza, non c'è niente da fare. Non è neanche colpa sua, in fondo. E' che vanno tutti di fretta. Perchè ti devi alzare la mattina, farti la doccia e truccarti, o farti la barba, preparare la colazione ai bimbi, portare fuori il cane, portare i bimbi a scuola, poi c'è sempre qualcuno che tefona del momento sbagliato, e allora con una mano guidi, con una telefoni, con una tieni la sigaretta e con una il caffè schifoso del bar che trangugi mentre vai a lavoro. Il tutto mentre imprechi e suoni il clacson perchè il nonno col cappello sta portando la nonna al mercato. Poi c'è da trovare parcheggio, e si sa che il parcheggio non c'è mai, e allora giri e alla fine vedi un posto e ti ci butti.

E parcheggi a 1 centimetro dalla mia macchina. Che è parcheggiata a un centimetro dalla macchina davanti proprio per non occupare due posti. Perchè a quello con la macchina davanti, invece, piaceva stare largo. E così io aspetto mezz'ora, simpatico signore con la Fiat Stylo parcheggiata a un centimetro dalla mia. E quando arrivi ti dico sorridendo se puoi fare più attenzione, la prossima volta, quando parcheggi il tuo bolide. E tu fai pure una smorfia, come se fosse colpa mia, che ancora non ho imparato a uscire dai parcheggi spostando la macchina perpendicolarmente al marciapidede.