Troup della tivvù appostate davanti alla caserma. Nove pagine di articolo sul giornale locale. Tutti a piangere i militari senesi. Che poi senesi non erano. Boh. Però stamani tutti giurano: era amico mio, lo conoscevo, l'ho visto, era taaanto un bravo ragazzo. Lutto cittadino. Ma i militari non erano visti male perchè non capivano il palio e rubavano le donne a chi a Siena è nato (e ivi morirà)? Per non parlare dei terroni. Gesù, orrida specie. Signori! Com'è la guerra? Bella eh? Un impegno concreto? Pace, gatti, e meno ipocrisia per tutti.
Perchè non facciamo i funerali di stato anche per quelli che cadono dalle impalcature? Ah, già, perchè loro non stavano servendo la patria. Dev'esser questo il motivo. Perchè costruire case o pulire cisterne non sono mestieri nobili come andare a combattere i talebani. Sale a ben 14 il numero dei soldati italiani morti in Afghanistan dal 2004. Scende a 110 il numero dei morti nelle costruzioni dall'inizio del 2009, un dato confortante, dicono.
Una morte sul lavoro è una morte sul lavoro. A me fa schifo solo l'idea che qualcuno debba morire mentre lavora. Certo che se uno decide di andare a fare una missione in Afghanistan, per quanto nobile sia questo gesto, sa a quali rischi va incontro ed è ben preparato a questo. Non credo si possa dire lo stesso di un lavoratore (spesso al nero e sottopagato) che di certo non si aspetta che la sua vita possa finire cosi, colpito da un gancio di una gru, schiacciato da un muletto in magazzino, da una lastra da tre tonnellate di marmo o precipitando dal tetto della casa che sta costruendo.
Ogni mattina un militare in missione si alza e sa che per i suoi 10000 euro al mese rischia di prenderesi una bomba in testa, anche se spera che non succeda. Ogni mattina un operaio si alza e per i suoi 800 euro al mese spera, anche se sa che può succedere, di non cadere da nessun ponteggio. Nessuna delle due vite vale più dell'altra, vogliamo ricordarcelo una volta tanto?