E così uno si ritrova a fare i conti con la sofferenza. E più che la propria, è quella degli altri a far male. Particolari che stringono il cuore. Mia madre con gli occhi rossi. Una foto dei miei nonni quando si sono conosciuti appoggiata sul quaderno delle preghiere. Mia nonna accanto a lui che gli dice "dammi un bacino, io quando esci te lo dò sempre un bacino". Il suo respiro come un rantolo, gli occhi fissi nel nulla, vitrei, persi.
Ogni squillo del telefono un tuffo al cuore, pronti al peggio. Ritrovarsi a sperare perchè quella è l'unica cosa che puoi fare. Attendere e sperare. Sperare in cosa poi? Che stia meglio? E se starà meglio, che il corpo non abbia riportato troppi danni? Io spero solo che non soffra. Che quel limbo in cui si trova adesso sia lontano dal dolore del corpo. Che se proprio deve andare, che almeno vada in pace.