Del fumo 2.0
Fumo da quando ho 13 anni. La mia prima sigaretta è stata frutto di una di quelle compagnie che mamma tollera ma non approva troppo, la mia migliore amica, che allora già sembrava di qualche anno più grande di me, bella, alta e col seno formato, mentre io ero ancora una scricciola con le forme di uno stuzzicadenti. Tirata e non aspirata dietro la chiesa del mio paese. Erano tempi diversi, in cui ci ritrovavamo ancora dietro la stazione per chiaccherare di cose segrete con gli amici, il massimo della moda era la camicia annodata davanti con sotto il top, giocavamo col Nintedo 64, conoscevamo tutti i nomi delle Spice Girls e compravamo Cioè, non esistevano internet e gli sms e per metterci d'accordo ci chiamavamo ancora a casa, compravamo il Calippo Fizz alla Coca Cola e giocavamo a essere grandi.
Nel 1996 un pacchetto di MS costava 3200 lire, e si faceva la colletta in due o tre per andarle a comprare. Si prendevano alla Casa del Popolo (o ARCI, che dir si voglia), perchè andare dal tabaccaio era troppo pericoloso. Si entrava furtivamente e si usciva col magico pacchetto, un Lion, e un pacchetto di Brooklin per cancellare le prove del reato al ritorno a casa.
Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, e io ho fumato più o meno di tutto, Marbloro rosse, Diana, Pall mall, Camel, Chesterfield e varie sostanze più o meno legali.
Poi è arrivato un momento in cui per caso mia mamma, ormai satolla della puzza di fumo che si infiltrava in casa dalla porta di camera mia e giustamente preoccupata per la mia salute, mi ha comprato una sigaretta elettronica.
Quella della farmacia da 9 euro, la cui batteria non dura niente e le cui cartucce, ovviamente senza nicotina, non solo mi facevano venire ancora più voglia di fumare, ma avevano tutte un orrendo sapore di vaniglia. Ma grazie a quella sigaretta lì, la T-fumo da 9 euro della farmacia con le cartucce che sanno di vaniglia, ho scoperto un mondo sotterraneo, che viaggia nascosto a metà strada tra i fumatori e i salutisti, ma più pendente verso la seconda che non verso la prima. Lo svapo. Svapare significa fumare vapore, che è esattamente quello che produce una sigaretta elettronica. *Lui* me ne ha regalata una un pò più seria e dei gusti che sanno di tabacco. E io, dal giorno preciso che ce l'ho avuta in mano, non ho più toccato una sigaretta analogica.
Ovviamente tutto questo ha un risvolto della medaglia: ho semplicemente sostituito un vizio con un altro. La differenza sostanziale è che una sigaretta analogica contiene circa 4000 sostanze diverse, tra cui acetone, ammoniaca, arsenico, catrame, formaldeide, vari metalli pesanti, naftalene e, ovviamente, nicotina. Una sigaretta elettronica contiene 3 o 4 sostanze (a seconda se si fumi con nicotina o no) di cui 2 sicuramente innocue (glicerina vegetale, glicole propilenico e aroma) che peraltro vengono assunte per vaporizzazione e non per combustione. Chi fuma un pacchetto al giorno assorbe in un anno l'equivalente di una tazza di catrame e in 20 anni 6 chilogrammi di particelle di polvere. Inoltre ogni anno in Italia vengono consumate 72 miliardi di sigarette, i cui mozziconi inevitabilmente finiscono nell'ambiente. Un mozzicone di sigaretta ci mette 30 anni per essere riassorbito, e nel frattempo rilascia nell'ambiente una quantità enorme di sostanze tossiche soprattutto per le creature acquatiche e per le piante. Fumando digitale si possono scegliere tanti metodi diversi, tra cui alcuni che non richiedono in alcun modo filtri o spazzatura inquinante.
E dopo soli dieci giorni, già mi sento molto meglio. La mattina non mi sveglio con la bocca cotta dal catrame e con i polmoni in pappa, respiro meglio, sento meglio i gusti e la mia pelle ha un aspetto più sano. L'unico problema è che già sento il bisogno di una sigaretta più potente, che produca più vapore e che mi faccia gustare meglio gli aromi.
In Italia la sigaretta elettronica non è considerata presidio medico perchè secondo le ricerche non aiuta a smettere di fumare. In effetti è così, ma cambia totalmente il modo di farlo, riducendo a una soltanto le sostanze tossiche inalate (in ogni caso è possibile ridurre la nicotina fino ad eliminarla del tutto, e si stanno facendo degli studi sull'effettiva assunzione di questa sostanza tramite la vaporizzazione) ma mantenendo il piacere di un gesto che ci ha accompagnato per tanti anni, e che personalmente credo mai e poi mai avrei abbandonato tanto facilmente.