L'unico modo che conosco per resistere alle tentazioni, è starne lontana. Solo che anche quest'ultima opzione pare non mi riesca molto bene.
Ho sognato quest'uomo, biondo, sulla quarantina, un fisco magro, non particolarmente atletico. Non ricordo se all'inizio del sogno era nudo, ma stava lì, seduto su un pontile sul mare, circondato da ragazze giovani e dal tipico viso francese, una sorta di harem della felicità e del vizio.
Dicevo che non ricordo se all'inizio del sogno fosse nudo, ma a un certo punto lo era, e, in mezzo alle gambe, aveva questo enorme, gigantesco pene, larghissimo alla base per poi finire con una piccola punta rossa. Un Machu Picchu dei cazzi.
E ricordo che il mio unico e solo pensiero da quando l'avevo visto era il desiderio di succhiarglielo. E così a un certo punto mi avvicino, non ricordo cosa gli dico, poi prendo tra le mani quel suo enorme arnese e comincio a leccarne la punta, cercando piano piano di spingere le mie labbra sempre più giù, scalando al contrario quella montagna. Lui inizia a toccarmi, ma non fino a farmi venire.
Cut, cambio scena. Siamo in un bar, un bar in legno con cuscini ovunque. Le ragazze sono tutte lì e lui le incita a bere strani intrugli superalcolici. Mi avvicino a lui e gli faccio presente che io gliel'ho succhiato, ma che io ancora non sono venuta. Lui è sdraiato su un letto adesso e io seduta sul suo ventre. Ha le mani sotto la testa e mi guarda beffardo. "Vorresti cavalcarmi?" mi chiede. Annuisco. "Allora dovrai chiedere il permesso al mio cazzo..". E' quello che faccio, sentendo in me tutta l'umiliazione di un gesto simile.
Poi salgo su di lui e lentamente faccio scivolare il suo enorme cazzo tra le gambe. Lui mi guarda soddisfatto. Mentre comincio a muovermi su di lui lo sento dire "vediamo se hai anche i capezzoli sensibili..". A quelle parole i miei capezzoli diventano turgidi e duri. Lui li accarezza, io chiudo gli occhi per il piacere e le mie gambe cominciano a tremare. Ridacchia "Ohoho.. Ma allora sei davvero una sala giochi!".
Io continuo a cavalcarlo e lui a toccarmi finché non esplodo in un orgasmo. "Avresti dovuto chiedere il permesso", dice lui, "ma dato che é la prima volta ti perdono". Le mie gambe tremano. "Mi piace questa cosa che tremi", mi dice. Ho gli occhi lucidi. "Ti ho fatto male?" mi chiede quasi beffardo. Io scuoto la testa. "Allora sono... Lacrime di gioia?!" Annuisco. "Veni qui" mi dice mentre mi stringe a sé, mi abbraccia e mi bacia dolcemente "Allora sei davvero una bambina speciale". Mi prende la testa tra le mani, mi guarda teneramente "E adesso muovi quel culo prima che mi si ammosci il cazzo".
Un disegno che ho fatto al computer mentre trascrivevo il sogno sul mio diario
brrromm. broooooom vrom. vroooonm. dentro la testa. che non ce la fai. che non metti neanche le maiuscole dopo il punto. che vorresti morire adesso solo per non sentilo ancora. che buttarti dalla finestra a volte sembra l'unica soluzione plausibile e soltanto ami troppo qualcuno per farlo. e comunque sia ci hai pensato spesso. e nessuno può capire quel rumore che senti nella testa e nelle ossa. che mangia la tua scarsa sanità mentale da dentro. che non ti fa dormire. che divora il tuo io, e che solo si ripete all'infinito. brrromm. broooooom vrom. vroooonm. come un camion acceso nella testa.
Ho voglia di te. Corro forsennata verso immagini già viste, desideri nascosti celati in qualche squallido porno da 10 minuti con donne legate e dilaniate dal desiderio. No, stavolta niente fruste. Ho voglia di pelle ma che sia la tua. Ho voglia delle tue mani sopra di me e dentro di me. Sui miei capezzoli che si inturgidiscono mentre il mio sesso freme in impaziente attesa. Della tua barba ispida che mi sfiora la pelle mentre, sdraiato su di me, stringi i miei seni e li baci, e li tocchi, e li mordi. E poi, ti sdrai accanto a me, mi accarezzi, la tua mano scende, mi accarezza l'interno delle cosce mentre celi un sorriso dietro i baffi. Lo sai che muoio di te. Mi sfiori piano, io tendo la mano verso il tuo cazzo stretto nei pantaloni.
Mi accarezzi le labbra, e non quelle della bocca. Mi bagno e mi sciolgo di te. Inizi a toccarmi più forte, io sussurro, tremo, strozzo in gola parole che non riesco a dire. Infili le tue dita dentro di me. Per tanto tempo ho creduto che non lo facessi perché non sapevi farlo ma no, non è vero, l'hai fatto una volta sul divano e io credevo di morire. Le muovi piano, poi veloce, esci e rientri e di nuovo sul clitoride. Stringo i tuoi pantaloni e non vedo altro che te che mi cavalchi. Ma no, vuoi aspettare ancora un po'. Vuoi che io sia così eccitata da venire quasi nel momento in cui me lo metterai dentro per scoparmi. Io tremo e tu ridi. Spalanco le gambe per averne ancora, in completa balia dei sensi e di te.
Ho voglia di sentirmi così, morire di te. Una volta ti piaceva. E allora, ti prego, toccami.
Da troppo tempo ci penso e non riesco mai a dirtelo nel modo giusto. Troppo arrogante o troppo poco serio.
La realtà è che credo che da molto tempo abbiamo smesso di chiederci cose importati l'uno dell'altra, e a questo punto mi chiedo se sia perché non ci interessano, o perché le diamo per scontate. É normale dopo "tutto questo tempo"? Non lo so, credo che questo tempo non sia abbastanza. Siamo personalità complicate e forse a volte ci dimentichiamo come siamo fatti o del perché ci siamo innamorati l'uni dell'altra. Passiamo giornate intere a fare cose senza preoccuparci di noi, senza parlare di noi. Forse tu non ne senti il bisogno, forse io ho perso la capacitá di accorgermi quando ne hai.
Ti ricordi cosa mi dicevi due anni fa? Più ti aggrappi forte, più io ti tengo. Allora non sono più capace di aggrapparmi, o forse sento che mi stai lasciando troppo andare.
Io non credo di essere mai stata una persona egoista, ma ho la sensazione di diventarlo sempre più spesso.
Mi preoccupo per me perché forse ho l'impressione che tu non lo faccia abbastanza. Le piccole cose. Come va la schiena amore? Vuoi un massaggio? Sei riuscita a dormire stanotte con le scimmie urlatrici nelle orecchie? Mi domando cosa mi dimentico di chiederti io. Di cosa non mi sto preoccupando.
Ti ricordi chi sono io? Come sono fatta? Ti sembro davvero ancora io? Non so come mi vedi tu, ma io non mi sento più me stessa. Perché la sera nel letto non mi abbracci forte e non mi chiedi mai come stai amore? Come ti trovi qui? Ti senti un po' più a casa adesso? Pensi davvero che tutto questo mi sia davvero già così familiare? Mi sento spaesata, inutile, e terribilmente sola.
No, non ti sto imputando di essere la causa del mio malessere, ma solo, forse, di non esserti chiesto se andava tutto davvero così bene. Tu sei la mia forza, dove sei? A cosa pensi? Tu sei l'uomo che amo e che penso, forse con lo stesso egoismo di cui parlavo, dovrebbe spontaneamente preoccuparsi di una situazione che è naturalmente complicata, e con la stessa spontaneità essere più attento, e cercare di colmare il vuoto che l'essere così lontana da casa, e da una vita che era tanto diversa, può portare. Ognuno ha il suo modo per dimostrare le cose, lo so. Ma qui non c'è un io, o un tu, c'è un noi. E noi è l'unica cosa che ho in questo momento.
E allora chiedimi se sono felice. Chiedimelo come se ti importasse davvero e io ti risponderò che si, sono felice, ma non abbastanza. Questa casa é la cosa più bella che abbiamo fatto insieme, dovrei essere al settimo cielo. Ma il problema è che da sola non basta a riempire una giornata. Non ho un lavoro, e poche speranze di trovarne uno decente. Ed é umiliante restare letto mentre tu te ne vai, rimanere qui sapendo che l'unico mio dovere sarebbe pulire, e con nessuna voglia di farlo. Con nessuna voglia di fare niente, per la verità. Apatica. Perché non dipingi più? Mi sento vuota. La mia famiglia é lontana, e non abbiamo neanche uno straccio di amico da invitare a cena. Non conosciamo, apparte direi una sola eccezione, nessuno che sia minimamente interessante. Passo giornate deprimenti a chiedermi se le cose cambieranno, ma senza nessuna forza per reagire.
Ho smesso di lamentarmi che non andiamo mai a ballare, o a sentire un concerto, o a vedere una mostra. Tu non hai mai pensato neanche di chiedermelo. Eppure lo sai che lo desidero, che sono piccole cose che mi rendono felice. Forse per te non sono cose così importanti. Ma per me lo sono, lo sai. Perché non te ne preoccupi?
Io non sono una che passa ore, o sere, a rincoglionirsi davanti alla tv. Io, rido, o piango, faccio la pazza, amo l'arte, ho milioni di idee, ascolto tanta musica. Io non sono una che accetta un rapporto mediocre, io bacio forte e con la lingua, amo cucinare per tante persone, viaggio, desidero ardentemente. Io non so una che ama dare le cose per scontate, e non sono una che passa le sere a cantare al fottuto karaoke.
Io vivo, ballo, leggo e amo da farfalle nello stomaco. Mi nutro di emozioni forti e piccoli gesti che sento sfuggire dalle mani. Io sono il tuo crazy diamond. Non lasciarmi spegnere, ti prego.